Giuseppe "Peppino" Prisco (Napoli, 10 dicembre 1921 – Milano, 12 dicembre 2001) è stato un avvocato, dirigente sportivo e partigiano italiano. È noto soprattutto per essere stato un importante dirigente dell' Inter per oltre quarant'anni.
Biografia:
Origini e Resistenza: Peppino Prisco nacque a Napoli in una famiglia di avvocati. Durante la Seconda Guerra Mondiale, partecipò alla Resistenza italiana.
Carriera da Avvocato: Terminata la guerra, intraprese la carriera di avvocato a Milano, specializzandosi in diritto civile.
Dirigenza Inter: La sua vera passione fu però l'Inter, squadra di cui divenne dirigente nel 1963. Ricoprì diverse cariche all'interno della società, diventando un simbolo e un punto di riferimento per i tifosi nerazzurri. Divenne noto per la sua ironia, i suoi aneddoti e la sua profonda conoscenza del calcio. Era celebre per le sue battute pungenti, spesso indirizzate ai rivali del Milan e della Juventus.
Ruolo e Carattere: Prisco non si limitava a compiti amministrativi, ma era coinvolto attivamente nelle dinamiche della squadra, diventando una figura paterna per molti giocatori. Era amato dai tifosi per la sua schiettezza, il suo attaccamento ai colori nerazzurri e la sua arguzia.
Controversie: Nonostante la sua popolarità, Prisco fu coinvolto in alcune controversie, tra cui un'inchiesta sul calcioscommesse negli anni '80.
Morte: Morì a Milano nel 2001, due giorni dopo aver compiuto ottant'anni. La sua scomparsa suscitò grande commozione nel mondo del calcio e tra i tifosi interisti.
Eredità:
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